Non si configura il reato di maltrattamenti in famiglia, se la moglie, presunta vittima del delitto, reagisce alle intemperanze del marito, senza mai assumere un atteggiamento di passiva soggezione nei suoi confronti. A sottolinearlo, è la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con sentenza n. 5258 resa il 13 novembre 2015, e depositata il 9 febbraio 2016. La decisione, nel confermare l’assoluzione pronunciata in secondo grado nei confronti di un uomo, accusato di aver commesso il reato di maltrattamenti in famiglia a danno della coniuge, sottolinea che – considerata la tipologia della coppia, formata da persone dotate di un livello di formazione professionale, cultura, posizione sociale ed economica ben superiore alla media – la donna non poteva dirsi ridotta ad una condizione di soggezione da parte del consorte. Anzi, ella aveva mostrato capacità reattiva.
Avvocato Brugherio (Monza – Milano) Avvocato Andrea Scaccabarozzi consulenza diritto penale